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La mia storia
Mi chiamo Paolo Castellani, ho 20 anni, attualmente studio Ingegneria Ambientale e sì, come avrete intuito, ho una passione (ossessione) per Cactus e Succulente. Ma non è stato sempre così. Vorrei raccontarvi la mia storia, la storia della Incactus, fin dal principio…
2017: Curacao, dove tutto è iniziato.
Non ho timore di ammettere che quando ero più piccolo le piante le odiavo. Ero quel tipo di bambino che si divertiva a tagliuzzare le foglie degli alberi, a strapparle via e a recidere i fiori perchè “tanto la natura fa da sola e ricresce”. Si ero terribile, se è questo che state pensando; eppure si sa che gli opposti si attraggono.
Dicembre 2017 pochi giorni dopo Natale. Eccomi su un aereo, affacciato dal finestrino vedo una vegetazione per me del tutto nuova e inedita. Non pensavo esistessero dei cactus così alti e così grandi, così ramificati da sembrare veri e proprio alberi. Gli unici cactus che avevo visto erano quei pochi che aveva mia mamma, fuori dalla porta di casa, striminzite “pallotte” spinose su vasi di terra cotta.
No è impossibile, non possono essere Cactus. Scendo dall’aereo, tre passi fuori dall’areoporto e mi ritrovo circondato da quelli che scoprirò essere (prevalentemente) Cereus Repandus e Melocactus Matanzanus. Non vi dico lo stupore. Non avevo mai visto niente di simile, era tutto così meraviglioso, su quell’isola baciata dal sole. Avrrei anche scoperto nei giorni successivi che era pieno di piantagioni sconfinate di Aloe vera e varie ssp. di Aloe crescevano spontanee sulle pendici dei principali rilievi calcarei insomma: il paradiso.






Alcuni direbbero “colpo di fulmine”
Alcuni direbbero è stato un colpo di fulmine, non so. Sicuramente qualcosa è cambiato, di colpo, direi. Sicuramente a Curacao ho imparato ad apprezzare qualcosa che fino a quel momento avevo totalmente trascurato e non sto parlando solo delle Cactacae ma delle piante in senso lato. Non so se c’è un modo standard in cui dovrebbero iniziare le passioni, non so nemmeno se le passioni “iniziano”, ma la mia è iniziata così. All’improvviso…
2019: Covid, quarantena e piante grasse online
Passa un anno. Un anno in cui mi documento molto, compro vari libri sulle Cactacae, acquisto un sacco di piante e poi… Poi cosa? Perchè ci deve essere sempre un poi? Poi niente, poi una serata di inizio novembre (ancora del 2018) finisco su un video YouTube di una simpatica ragazza americana che aveva realizzato (e li realizza con successo tutt’ora) vari video che spiegavano come cominciare a vendere piante online.
No aspetta. Piante? Online? Piante online? Perchè comprare piante online quando c’è sicuramente un vivaio molto più accessibile in cui sceglierle dal vivo (così come d’altronde avevo fatto io per procurarmi le mie prime “bambine”). No, non può funzionare. Faccio una ricerca su Google. Mi compare un sito, che poi scoprirò essere il sito di uno, se non il più grande vivaio italiano specializzato in Cacatacae e Succulente, Giromagi: pieno zeppo di piante.
Vi confesso che allora ero un nerd di informatica (e questo non è il primo sito che creo). Fatto sta che sapevo controllare quanti visitatori avesse mensilmente un sito e quali parole di riceca portavano traffico al sito. 50 mila. Non sto scherzando. Un sito online che vende Cactus e Succulente ha circa (arrotondo per difetto, pace all’anima loro) 50 mila visitatori unici ogni mese. “E’ un opportunità” fu l’ovvia deduzione che trassi qualche secondo dopo aver appreso la notizia. Così iniziai a moltiplicare le succulente. Graptopetalum Paraguayense, Graptosedum, Sedum pachyphyllum, Sedum Rubrotinctum, Sempervivum Tectorum insomma lo starter kit di qualsiasi neofita. Ebbene fu un successo. Dovevo venderle.
Perchè la gente le avrebbe comprate lo avrei (forse) scoperto solo da dopo, ma era evidente che valeva la pena di lasciarsi trasinare dalla corrente.
Pensi che ora sia arrivato il momento in cui ti racconto quanto sia stato facile e bello vendere online? Non è stato facile e non è stato bello soprattutto perchè di mezzo ci si è messa una pandemia. Eppure paradossalmente devo molto al Covid, che sembra una bruttura detto così, ma stando a casa ho avuto modo di costruire il mio shop. Su Ebay. Ho cominciato a mettere online i primi prodotti verso l’inizio di maggio e compatibilmente con i vari lockdown a spedire le prime piante.
Serviva un nome
Ho iniziato con “I Cactus di Paolo” poi ancora altri nomi vari che non riuscivano a convincermi. Non erano miei. Erano troppo scontati. Troppo dimenticabili. Serviva una parola. Una sola parola che racchiudesse tutto. Peccato che la ricerca della parola durò 2 giorni: ossessione creativa. Ne uscii una mattina, così all’improvviso, ero sconfortato e rassegnato che non l’avrei mai trovata, ero anche frustrato, inca**ato insomma. Parola magica. Incactus. Ti lascerò d’Incactus è venuta subito dopo come logica conseguenza. Era perfetta.
19 paesi in tutta Europa e un sogno nel cassetto…
Tutti gli ingredienti erano pronti. Comprai le scatole di cartone, scotch, giornali e mi feci fare un logo da una mia amica che ringrazio ancora (anche se non mi leggerai, grazie). Adesivi. Sticker. Insomma tante cose carine per decorare i pacchetti. E poi da Ebay sono inziati i primi ordini consistenti: Germania, Austria, Francia, Svizzera, Spagna, Grecia, Finlandia, Norvegia, Estonia, Lettonia, Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi, Bulgaria, Cipro, Ungheria e altri paesi in cui non potevo spedire per evidenti problematiche logistiche tipo Stati Uniti, Thailandia, Giappone e altri. E’ stato incredibile vedere quelle piccole grassocce spinose che coltivavo da seme in una growbox che tenevo in camera (vedere sotto per credere) finire in giro per tutta Europa…
Tutto è cresciuto così in fretta. Anno dopo anno. Spina dopo spina. Pacco dopo pacco. E i problemi ci sono stati non ve lo nego… Ma è stato così bello vedere i sorrisi della gente quando ricevevano le piantine e tutte contente me ne mandavano la foto dopo averle disposte nei loro vasetti in bella vista su davanzali più o meno assolati. Niente ripaga quella sensazione: di una persona felice di aver ricevuto una pianta, che io ho coltivato come una parte di me.
Poi è arrivato un punto, l’estate 2024 in cui mi è balenata in testa un’idea (vuoi perchè ormai il traffico su ebay si era assestato su una certa quota, vuoi perchè finalmente sono riuscito a crearmi vari acquirenti abituali, vuoi perchè sono cresciuto, qualsiasi sia la ragione tutto si è sincronizzato perfettamente in questo audace sincretismo: ma perchè non creare un sito tutto mio. (Infondo ne sono nati una marea nel frattempo e tutti con nomi molto simili sigh sigh: spiny, spilly e chi ne ha più ne metta.) E perchè no: coronare un sogno, creare un blog in cui poter liberamente parlare della mia passione. Senza la pretesa che qualcuno si metta qui ad ascoltarmi. Solo un blog dove tanti cactofili possano chiacchierare liberamente e amabilmente della loro passione, magari rimanendo comodi sul proprio divano. Eccovi incactus.it il punto da cui parte la mia storia. Non il punto d’arrivo ma la partenza.
Vi confesso che sogno un giorno di aprire un vivaio, di avere una serra sconfinata piena di Astrophytum da fare incrociare e riprodurre. Sogno un germinatoio enorme, scatole e scatole coperte dal cellophane per mantenere l’umidità all’interno delle quali cactus piccoli quanto semi di mais crescono felicemente. Ma è un sogno difficile da realizzare. E tutto, vi garantisco, parte da qui. Da questa community. Parte dalle persone che vorranno unirsi, dal loro sostegno. Parte prima di tutto da me. Io sono pronto. E tu? Entra e ti giuro che rimarrai d’Incactus…